Ed è con questo bellissimo momento "a-ha" che inizio l'anno in questo blog.
Sinceramente non ho mai letto Mark Twain, non perchè non mi piacesse, ma semplicemente perchè non ho mai avuto la spinta emotiva. Non è che non conosco Le avventure di Huckleberry Finn e Le avventure di Tom Sawyer, ma era come aspettassi di conoscere il Twain meno famoso.
Ed eccomi qui, con una carezza al cuore. La sua energia è davvero incredibile, avvolgente, accogliente, ironica, gentile.
E non potrebbe essere diverso per un DreamWalker Transition come me.
Mark Twain scrive questo libro nel 1909, nel 1910 transita. E' come se fosse già in altre dimensioni, come se stesse già iniziando il suo personale DreamWalk. E' non c'è niente di spaventoso, anzi. E' un viaggio raccontato attraverso un personaggio (il Capitano Stormfield) in cui posso percepire alcune "verità" di un DreamWalking. Il Paradiso esiste se uno ci crede. Tutto è basato su sistemi di credenze. Anche il Paradiso. Ma ci sono due momenti che, per me, sono stati esileranti. |
Il secondo è quando parla di William Shakespeare e di come è "considerato" in quella dimensione.
Particolarmente interessante per me, visto che Shakespeare e Mark Twain sono due incarnazioni della stessa anima che, attualmente, si manifesta come Adamus e/o St. Germain.
Così, se siete rimasti affascinati o, quanto meno incuriositi da tutto ciò, oltre ad augurarvi una buona lettura, vi lascio con Mark Twain che racconta la sua transizione (link esterno di YouTube). Perchè la morte della propria Esistenza non esiste.