La prima cosa che arriva è la sensazione che ho avuto, di cui ho scritto la poesia.
Questo che racconto non è stato un dreamwalking, ma una visione di un possibile potenziale per un'anima.
L'insegnante era spettacolare e tutti eravamo coscienti che stavamo smuovendo energie. Infatti, molti dei partecipanti, per via delle energie smosse, iniziarono a "stare male": una influenza o una febbre energetica arrivava per ripulire tutto quello che stavamo rilasciando, smuovendo, integrando.
Poi, nel penultimo giorno, guardando questo straordinario personaggio, un'immagine di pace mi è arrivata. E come di consueto, ho scritto subito la poesia e, apena mi è stato possibile, l'ho letta al diretto interessato.
Parlavo di un'atmosfera di pace, di assenza di dramma o di quasiasi emozione umana: solo questo incredibile, sconfinato, silenzioso e dolcissimo universo pieno di stelle lontanissime.
E come di consueto, ho cercato di mettere l'energia di quello che sentivo nelle mie parole.
A fine poesia, quell'uomo dolcissimo mi ha guardato e mi ha ringraziato.
A dire il vero, io avevo pensato che non avesse capito molto e che il mio inglese non fosse stato abbastanza chiaro.
E invece qualcosa, il giorno dopo accadde.
Quell'uomo, apparentement, si ammalò di colpo e dal workshop andò direttamente all'ospedale. Cambiò ospedale (quello più vicino a casa sua), ma non ci uscì più. Dopo un anno, transitò.
La mia sensazione è che, per qualche motivo, aspettasse la conferma che tutto sarebbe andato bene, anche dopo aver lasciato il suo corpo. E che, forse, quella sensazione di pace di quell'universo era la risposta che aspettava.
Una volta che a livello interiore, tutto è ok, il lato umano lascia le redini e permette all'anima di agire.