DreamWalker Death Transition Guide,​ una guida per chi transita
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Mia nonna (per la pagina I Miei DreamWalk)

27/8/2013

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Questa pagina è dedicata ai mei DreamWalk. Non essendo solo mia l'esperienza, è possibile che date o persone non vengano menzionate. Ma l'importanza qui è l'essenza dell'esperienza. 
Inoltre ci sarà una netta differenza tra le esperienze che ho avuto nella vecchia energia e quelle avute nella nuova energia, grazie alla DreamWalker Death Transition School (Scuola della Morte). Per essere veramente precisi
, i veri DreamWalk sono solo quelli che ho avuto dopo la Scuola della Morte perchè hanno tutte le dinamiche e la sicurezza di un DreamWalk moderno. Ciò che mi è accaduto prima della Scuola possono essere considerate delle esperienze in cui mi trovavo a contatto con altre anime e dimensioni, esperienze fatte molte volte in modo naturale ma con l'inconsapevolezza del "mondo" che esisteva dall'altra parte del velo; esperienze che sono state sì degli assaggi di ciò che ho scoperto poi, appunto, nella Scuola.
Scrivo questo perchè essere una DreamWalker non è stata una novità per me. Fin da bambina, per me, il tema della morte era come "sentirsi a casa". Non perchè mi piacessero i fantasmi, ma solo perchè non ci vedevo tutto il sovra-dramma e la consideravo una cosa "naturale". Non mi chiedevo molto su questa sensazione. Era naturale e basta, anche se mi rendevo conto che per la maggior parte delle persone che mi circondava non era così.

Sono diventata DreamWalk ai tempi degli antici egizi e che questo talento e "lavoro" me lo sono portato dietro in tutte le mie vite, anche in questa. E che la Scuola della Morte ricorda solo come farlo nel modo più bello, più semplice e sicuro. Per cui, ora, scortare un'anima è molto più gratificante.

Ps.: la nuova energia è iniziata ad entrare sulla Terra dal 2000. 

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E' accaduto nella vecchia energia. 

Io avevo circa 10-12 anni e si scopre che mia nonna aveva un tumore (per i medici) non guaribile. Mia nonna, per anni, diceva di avere male al cuore e il medico di base le aveva sempre prescritto pastiglie per il cuore. Invece sentiva il tumore, ma non avendo mai fatto una radiografia, non lo si poteva diagnosticare, finchè un giorno ha iniziato a stare fisicamente male e al pronto soccorso hanno capito cosa fare.
Nello stesso giorno è stata ricoverata d'urgenza perchè ormai le metastasi erano ovunque. Una sera, riceviamo una telefonata dall'ospedale che avvisavano mia madre che mia nonna sarebbe stata operata. Non si capisce il perchè, l'operazione avrebbe solo aggravato la situazione. 
Io, quel periodo, l'ho vissuto come se mia nonna stesse già in un suo luogo, come se fosse già sconnesa da questa realtà per smettere di soffrire. Anche dalle sofferenze altrui. Nessuno si dava pace sulla situazione. Chi era arrabbiato con il medico di base che per anni non ha considerato questa eventualità, chi non si voleva arrendere all'idea, chi non sapeva cosa fare in quella situazione e chi voleva il meglio per mia nonna a livello fisico (da questo punto di vista ha avuto un'assistenza 24 ore su 24 tra mia madre e le infermiere private). Ma nessuno si stava fermando e stava "semplicemente" accanto a mia nonna. Mancava la serenità in merito. Per cui, ho visto mia nonna staccarsi da questa realtà.

Il suo distacco finale è stato dopo la sua operazione. Lei spappolata nel fisico, in cui non riconosceva più nessuno. Ma bellissima quando aveva degli attimi di serenità. Io andavo a trovarla quando potevo. Non mi importava il luogo in cui mi trovavo, non mi faceva paura, anche se sentivo sempre un gran dolore dell'edificio. Ora dire, prendevo un profondo respiro, entravo in ospedale, andavo in  corsia a cercare la sua stanza e poi, ora direi, permettevo che le nostre due anime si parlassero. E sentivo che tutto si faceva sereno. Non c'era niente da aver paura, neanche della sua transizione. 

Quando ci riusciva, si alzava e andavamo a passeggiare lungo quel lungo corridoio. E nel corridoio è avvenuta la sua scelta di transitare. In un attimo io e lei eravamo nella stesso luogo e dimensione. Tutto si è trasformato quando è passata una sirena dell'ambulanza. Io ci ho fatto caso, anche mia nonna che mi ha detto, (riconoscendomi!): "Senti le campane?". E nel momento stesso io ero insieme a lei in un bellissimo prato colorato, con tantissimi fiori e molto luminoso. In mezzo come se l'erba si spostasse per creare una specie di sentiero. Noi ci stavamo camminando in mezzo. E sullo sfondo, in mezzo tra il prato e un bellissimo blu cielo, un campanile molto alto in cui sentivo che le campane stavano proprio rintoccando. 

Non ho mai avuto paura di trovarmi lì. Mi sembrava tutto normale. Per cui, ho semplicemente guardato quel luogo, sentito con i miei sensi e poi, quando mi è sembrato il momento, ho risposto a mia nonna: "Si, le sento." E subito dopo, tutto è scomparso. E ho percepito come se mia nonna avesse fatto la sua scelta in tutta serenità.
Infatti, pochi giorni dopo, mia nonna è "mentalmente" peggiorata. Non riconosceva niente e nessuno. Per tutti gli altri era diventata pazza perchè faceva e diceva cose che non erano più normali.
Così è stata messa in una piccola struttura che la potesse accudire. Ed è visuuta fino al momento in cui lei ha sentito che la sua serenità potesse essere anche l'attimo di serenità dei suoi cari. Infatti quando tutti erano rassegnati e si auguravamo una buona morte per lei, lei in una notte "imprevista" ha lasciato il corpo ed è transitata.

Il funerale è stato, nuovamente, un momento di dramma. Quel dramma di cui parla Adamus.... Io era tranquilla e non capivo tutto quel contesto. Non sapevo bene, allora dove fosse l'anima di mia nonna (ora dopo la Scuola della Morte so cosa aveva scelto!), ma sapevo che era dove lei voleva essere. Per cui non comprendevo tutto quello che stava accadendo attorno alla sua transizione.
 
Il giorno del funerale è stata anche la mia prima esperienza di distacco dalla consapevolezza di massa. Solo che è avvenuta subito attraverso la famiglia. Tutti si disperano e io, nella mia normalità, mi sono sentita, ad un certo punto bambina anormale e sola. Quando si inizia a staccarsi dalla consapevolezza di massa, i sentimenti di solitudine e di anormalità sono i primi ad affacciarsi nella mente... sono solo emozioni, illusioni e non la verità e questo lo si capisce un pò alla volta.... All'epoca ho pensato che avrei tradito la mia famiglia se non avessi partecipato al pianto drammatico e così ho pianto anch'io, anche se subito dopo ho pensato che era veramente strano tutto quel dolore.
Non sto scrivendo che non ci possa essere dolore. Ognuno ha un rapporto personale sia con chi transita sia con il concetto di morte. E i sentimenti vanno rispettati e vissuti. Ma è il dolore misto a dramma che crea difficoltà energetiche sia per i vivi sia per chi transita. 
Una maggiore consapevolezza di cosa è la morte e di come si può transitare meglio, aiuta di molto entrambi le parti. E non so solo. Aiuta la consapevolezza stessa a evolversi. Magari non tutti vorranno fare la Scuola della Morte, ma noi DreamWalker possiamo scortarvi. Saprete che la vostra anima avrà una guida fino a dove l'anima stessa sceglierà di andare, in quale reami fermarsi. 

(fonte immagine: educolor.it)

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Slings and Arrows

20/8/2013

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E' possibile che a questo attore canadese, Paul Gross, ci sia qualcosa che attrae la questione "morte" perchè anche in questa mini serie televisiva (Slings and Arrow) si ritrova attorno un fantasma. Questa volta il rapporto non è così "leggero" come in Due South e in alcuni momenti sembra proprio una relazione tra umano e disincarnato.


Inoltre questo attore, a mio parere, ha un piacevole senso dell'humor sulla questione "morte". Nella prima serie si parla di Amleto... il direttore appena transitato ha lasciato scritto che vuole il suo teschio nella commedia. E così sarà!


Per gli Shaumbra: non è un caso che in una serie televisiva dedicata a William - Adamus - Shakespeare, il protagonista di chiama Geoffrey?!


Credo che in Italia non sia mai andata in onda, ma su youtube potete vederla in lingua originale: stagione 1 e 2, stagione 3.
Slings and Arrows (2003 - 2006) è una serie televisiva canadese sul fittizio New Burbage Festival, un festival shakespeariano simile al reale Stratford Festival.
(fonte foto su internet: http://blog.acornonline.com/?p=446)

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Due South

16/8/2013

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Due South è una serie televisiva della fine degli anni 90. In Italia è andata in onda con il titolo Due poliziotti a Chicago. In questi giorni l'ho rivista, e mi sono ricordata un motivo per cui mi era piaciuta già la prima volta. Il motivo è da dreamwalker morte, naturalmente ;-)
 
Uno dei personaggi del telefilm è il padre morto del protagonista (Ben Fraser). Nelle diverse puntate si vede Fraser e il padre insieme, che dialogano serenamente. E il padre accompagna il figlio nelle sue avventure fino alla fine della serie. 
A parte alcune credenze di vecchia energia sulla morte e sulla transizione dell'anima, ci sono alcuni buoni spunti quali: la relazione tra il figlio vivo e la coscienza del padre vissuta in totale armonia, come se fosse una cosa normale. Per me ha significato il fatto di vedere la morte sotto un punto di vista diverso dal solito dramma...
E poi, ma solo alla fine si capisce, il motivo per cui la coscienza del padre resta vicino al figlio, o meglio, resta attaccata alla Terra. Questo è un buon spunto perchè alcune anime non intraprendono (o non lo intraprendono subito) il loro viaggio perchè ci sono dei blocchi o delle credenze che le tengono legate qui vicini ai vivi, nei reami dei disincarnati (normalmente questi blocchi arrivano dal dolore, dalla rabbia, dalla disperazione...)  Nel telefilm, si vede che, una volta che quel "blocco" si è sciolto, l'anima del padre proseguirà nel suo viaggio. 

Se siete curiosi, potete cercare la serie su internet, anche su youtube.

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Ridefinire la metafora della morte

5/8/2013

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Ridefinire la metafore della morte di Ram Dass
(fonte http://www.huffingtonpost.com/ram-dass/redefining-the-metaphor-f_b_3700600.html)

Sto accanto alle persone che stanno morendo. Io sono uno di quei tipi insoliti a cui piace stare con qualcuno quando sta per morire, perché so che sto per essere in presenza della Verità. Nella nostra cultura occidentale, anche se il tema della morte è uscito allo scoperto, non è ancora apertamente vissuto o discusso. Permettere di morire per essere così intensamente presenti arricchisce sia la preziosità di ogni momento sia il nostro distacco da esso.

La mia cara amica Deborah stava morendo al Mount Sinai Hospital di New York. Era un membro del New York Zen Center, e ogni sera i suoi amici del centro andavano a meditare nella sua stanza d'ospedale. I medici che entravano erano sorpresi nel trovare la stanza illuminata da candele, riempita del profumo di incenso e dalla profonda pace delle persone in meditazione. In questo grande ospedale cittadino, questo gruppo di persone in meditazione aveva ridefinito la metafora della morte. Si può creare il proprio universo ovunque uno si trovi. Un ospedale è solo un collettivo di esseri che condividono un certo modello in cui credono. Ogni notte i medici entravano dolcemente nella stanza.

Curare una malattia del corpo non è sempre un'opzione, ma la guarigione a livello dell'anima è sempre possibile. Nel lavorare con coloro che stanno morendo, io offro a un altro essere umano un ambiente spazioso con la mia mente, in cui può morire nel modo in cui ha bisogno di morire. Non ho il diritto di definire come un'altra persona dovrebbe morire. Sono solo lì per aiutarlo a transitare, perchè in ogni caso ha bisogno di farlo. Il mio ruolo è solo quello di essere una ferma presenza amorevole al suo fianco.

Lavorare con il morente è come essere un'ostetrica per questo grande rito di passaggio della morte. Proprio come un'ostetrica aiuta un essere nel suo primo respiro, uno aiuta un altro essere umano a prendono il suo ultimo respiro. Fare questo, richiede di essere profondamente radicato nella compassione e nell'amore. La compassione, in questo caso, è solo stare insieme - come la mano destra cura la mano sinistra.

Quando si è con qualcuno che sta morendo, è necessario solo essere lì con loro. Tutto quello che dovete dare è il vostro stesso essere. Siate onesti. Meditate e diventare consapevoli che il dolore o confusione è, ed eccoci qui, in una calma equanimità (non attaccamento). Abbiamo tutti i limiti di tolleranza. Stare il più chiaro e consapevole possibile. Aprirsi all'imprevisto. Aprirsi e rimanere centrato. Se si rimane centrati, la propria calma presenza aiuta a liberare tutti coloro che vi circondano. Andate dentro di voi, in quel luogo tranquillo dove siete sapienza. La saggezza ha in sé la compassione. La compassione capisce la vita e la morte. La risposta alla morte è di essere presenti nel momento. Imparare a morire è come imparare a vivere: vivere ogni istante. Questo, solo questo: solo di essere qui ora.
 
Il momento in cui l'anima lascia il corpo è palpabile e profondamente profondo. Condividere la coscienza con una persona che sta morendo, essere con loro e aiutarli a morire consapevolmente è una delle manifestazioni più belle di servizio. Si tratta di una esperienza che si consiglio di provare.


Brano tratto da Polishing the Mirror: How to Live from Your Spiritual Heart (http://tinyurl.com/lrtrek6) di Ram Dass. Copyright © 2013 di Love Serve Remember Foundation. Pubblicato da Sounds True.

Ram Dass significa "Servo di Dio". Nato come Richard Alpert, Ram Dass è il fondatore del Love Serve Remember Project e il co-fondatore della Seva Foundation e del Prison Ashram Project. E' l'autore di Be Here Now (Corona, 1971), e del suo nuovo libro, Polishing the Mirror: How to Live from Your Spiritual Heart (Sounds True, agosto 2013), e di molti altri. Per ulteriori informazioni, visitare il sito ramdass.org.


Traduzione di Lily Divine Quench (http://dreamwalkerguide.weebly.com/)




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Uno slogan per la Scuola della Morte? :-)

1/8/2013

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fonte facebook
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