Inoltre ci sarà una netta differenza tra le esperienze che ho avuto nella vecchia energia e quelle avute nella nuova energia, grazie alla DreamWalker Death Transition School (Scuola della Morte). Per essere veramente precisi, i veri DreamWalk sono solo quelli che ho avuto dopo la Scuola della Morte perchè hanno tutte le dinamiche e la sicurezza di un DreamWalk moderno. Ciò che mi è accaduto prima della Scuola possono essere considerate delle esperienze in cui mi trovavo a contatto con altre anime e dimensioni, esperienze fatte molte volte in modo naturale ma con l'inconsapevolezza del "mondo" che esisteva dall'altra parte del velo; esperienze che sono state sì degli assaggi di ciò che ho scoperto poi, appunto, nella Scuola.
Scrivo questo perchè essere una DreamWalker non è stata una novità per me. Fin da bambina, per me, il tema della morte era come "sentirsi a casa". Non perchè mi piacessero i fantasmi, ma solo perchè non ci vedevo tutto il sovra-dramma e la consideravo una cosa "naturale". Non mi chiedevo molto su questa sensazione. Era naturale e basta, anche se mi rendevo conto che per la maggior parte delle persone che mi circondava non era così.
Sono diventata DreamWalk ai tempi degli antici egizi e che questo talento e "lavoro" me lo sono portato dietro in tutte le mie vite, anche in questa. E che la Scuola della Morte ricorda solo come farlo nel modo più bello, più semplice e sicuro. Per cui, ora, scortare un'anima è molto più gratificante.
Ps.: la nuova energia è iniziata ad entrare sulla Terra dal 2000.

Io avevo circa 10-12 anni e si scopre che mia nonna aveva un tumore (per i medici) non guaribile. Mia nonna, per anni, diceva di avere male al cuore e il medico di base le aveva sempre prescritto pastiglie per il cuore. Invece sentiva il tumore, ma non avendo mai fatto una radiografia, non lo si poteva diagnosticare, finchè un giorno ha iniziato a stare fisicamente male e al pronto soccorso hanno capito cosa fare.
Nello stesso giorno è stata ricoverata d'urgenza perchè ormai le metastasi erano ovunque. Una sera, riceviamo una telefonata dall'ospedale che avvisavano mia madre che mia nonna sarebbe stata operata. Non si capisce il perchè, l'operazione avrebbe solo aggravato la situazione.
Io, quel periodo, l'ho vissuto come se mia nonna stesse già in un suo luogo, come se fosse già sconnesa da questa realtà per smettere di soffrire. Anche dalle sofferenze altrui. Nessuno si dava pace sulla situazione. Chi era arrabbiato con il medico di base che per anni non ha considerato questa eventualità, chi non si voleva arrendere all'idea, chi non sapeva cosa fare in quella situazione e chi voleva il meglio per mia nonna a livello fisico (da questo punto di vista ha avuto un'assistenza 24 ore su 24 tra mia madre e le infermiere private). Ma nessuno si stava fermando e stava "semplicemente" accanto a mia nonna. Mancava la serenità in merito. Per cui, ho visto mia nonna staccarsi da questa realtà.
Il suo distacco finale è stato dopo la sua operazione. Lei spappolata nel fisico, in cui non riconosceva più nessuno. Ma bellissima quando aveva degli attimi di serenità. Io andavo a trovarla quando potevo. Non mi importava il luogo in cui mi trovavo, non mi faceva paura, anche se sentivo sempre un gran dolore dell'edificio. Ora dire, prendevo un profondo respiro, entravo in ospedale, andavo in corsia a cercare la sua stanza e poi, ora direi, permettevo che le nostre due anime si parlassero. E sentivo che tutto si faceva sereno. Non c'era niente da aver paura, neanche della sua transizione.
Quando ci riusciva, si alzava e andavamo a passeggiare lungo quel lungo corridoio. E nel corridoio è avvenuta la sua scelta di transitare. In un attimo io e lei eravamo nella stesso luogo e dimensione. Tutto si è trasformato quando è passata una sirena dell'ambulanza. Io ci ho fatto caso, anche mia nonna che mi ha detto, (riconoscendomi!): "Senti le campane?". E nel momento stesso io ero insieme a lei in un bellissimo prato colorato, con tantissimi fiori e molto luminoso. In mezzo come se l'erba si spostasse per creare una specie di sentiero. Noi ci stavamo camminando in mezzo. E sullo sfondo, in mezzo tra il prato e un bellissimo blu cielo, un campanile molto alto in cui sentivo che le campane stavano proprio rintoccando.
Non ho mai avuto paura di trovarmi lì. Mi sembrava tutto normale. Per cui, ho semplicemente guardato quel luogo, sentito con i miei sensi e poi, quando mi è sembrato il momento, ho risposto a mia nonna: "Si, le sento." E subito dopo, tutto è scomparso. E ho percepito come se mia nonna avesse fatto la sua scelta in tutta serenità.
Infatti, pochi giorni dopo, mia nonna è "mentalmente" peggiorata. Non riconosceva niente e nessuno. Per tutti gli altri era diventata pazza perchè faceva e diceva cose che non erano più normali.
Così è stata messa in una piccola struttura che la potesse accudire. Ed è visuuta fino al momento in cui lei ha sentito che la sua serenità potesse essere anche l'attimo di serenità dei suoi cari. Infatti quando tutti erano rassegnati e si auguravamo una buona morte per lei, lei in una notte "imprevista" ha lasciato il corpo ed è transitata.
Il funerale è stato, nuovamente, un momento di dramma. Quel dramma di cui parla Adamus.... Io era tranquilla e non capivo tutto quel contesto. Non sapevo bene, allora dove fosse l'anima di mia nonna (ora dopo la Scuola della Morte so cosa aveva scelto!), ma sapevo che era dove lei voleva essere. Per cui non comprendevo tutto quello che stava accadendo attorno alla sua transizione.
Il giorno del funerale è stata anche la mia prima esperienza di distacco dalla consapevolezza di massa. Solo che è avvenuta subito attraverso la famiglia. Tutti si disperano e io, nella mia normalità, mi sono sentita, ad un certo punto bambina anormale e sola. Quando si inizia a staccarsi dalla consapevolezza di massa, i sentimenti di solitudine e di anormalità sono i primi ad affacciarsi nella mente... sono solo emozioni, illusioni e non la verità e questo lo si capisce un pò alla volta.... All'epoca ho pensato che avrei tradito la mia famiglia se non avessi partecipato al pianto drammatico e così ho pianto anch'io, anche se subito dopo ho pensato che era veramente strano tutto quel dolore.
Non sto scrivendo che non ci possa essere dolore. Ognuno ha un rapporto personale sia con chi transita sia con il concetto di morte. E i sentimenti vanno rispettati e vissuti. Ma è il dolore misto a dramma che crea difficoltà energetiche sia per i vivi sia per chi transita.
Una maggiore consapevolezza di cosa è la morte e di come si può transitare meglio, aiuta di molto entrambi le parti. E non so solo. Aiuta la consapevolezza stessa a evolversi. Magari non tutti vorranno fare la Scuola della Morte, ma noi DreamWalker possiamo scortarvi. Saprete che la vostra anima avrà una guida fino a dove l'anima stessa sceglierà di andare, in quale reami fermarsi.
(fonte immagine: educolor.it)