[...] Prima Cauldre ha fatto un commento riferito a me, hmm, pensava che forse me lo sarei dimenticato. (si riferisce a un commento fatto durante l'introduzione) No, Cauldre. I vecchi ragazzi morti non dimenticano. (risate) Oh, no. Oh, no. Ciò porta a galla una domanda interessante. La morte! Significa che siamo andati, inconsapevoli, inconsci, stupidi? Nooooo. Cos'è davvero la morte? Cos’è davvero la morte quando ti trovi in un corpo umano con una mente umana, ma non sei consapevole di come stai manifestando e creando la tua vita? Non sei consapevole del come e del perché accadono le cose?
Cos’è davvero la morte? Essere in un corpo umano o essere me? (Adamus ridacchia)
Non era forse questo il punto? Non è questo tutto il punto – la vita, morte, le paure, la sicurezza, la consapevolezza? La consapevolezza. Non è davvero questo il tema di fondo? È proprio questa la ragione...
[...] A un certo… oh, sto facendo la storia che studiamo – che alcuni studiano – tutto il fenomeno: per quanto tempo potete essere inconsapevoli del vostro Sé, inconsapevoli della vostra Sorgente? Per quante vite potete andare avanti? Ecco lo studio, il sondaggio che alcuni dei miei soci stanno conducendo proprio sulla Terra. Per quanto tempo puoi perdere i contatti?
Ci sono state vite in cui avete avuto la connessione nello stato di sogno, tra una vita e l’altra, ma per molti umani sono passate migliaia e migliaia di anni – per alcuni 5000, per altri 10000 anni, non voi ma gli altri – da quando hanno avuto quel contatto con la Sorgente. Poi si sono persi davvero e sono diventati disillusi e si sono immersi nella matrice di questa realtà e continuano a farlo senza sosta. Alla fine una persona deve avere quella riconnessione con la sua Sorgente, con il suo Io Sono; alla fine una persona deve rifare l'esperienza, altrimenti impazzisce davvero.
A quel punto tentano con cose come morire e pensano che sia una soluzione. Immaginatevi di essere talmente sconvolti dalla vita e c’è un sapere interiore che non riuscite neanche a definire, ma qualcosa dice, “Dev’esserci di più. Devo uscire da qui,” e poi scelgono la morte, pensando che sia un rilascio. Poi scoprono che quando morite, è la stessa cosa.
[...] Dall’altra parte, noi consideriamo le energie e le dinamiche. Quanto si può resistere in questa realtà? Quanto si può reggere prima che per l’anima diventi proprio insopportabile? Nelle vostre prime vite eravate abituati a lasciare il corpo, andavate dall’altra parte e negli altri reami avveniva una specie di riconnessione con il Sé dell’anima. Sapete, il grande rilascio dalla realtà fisica. Quando i Reami Vicini sono diventati sempre più densi, è diventato sempre più difficile arrivare ai cristallini, al Ponte dei Fiori e andare oltre, quindi ora molti restano. Persino quando muoiono, restano nei Reami Vicini. Non è fisico ed è molto, molto vicino. Mantiene tutti gli elementi di coscienza di questo pianeta. Ora tra una vita e l’altra non avviene il riposo o la tregua. Non nello stato di sogno, non nello stato di morte. [...]