E si, perchè questo post è di Marco anche, che come al solito, pensa tra sè e sè le cose; poi quando sembra che abbia abbandonato l'idea, arriva invece come un allegro bambino dal sorriso enorme e fa quella cosa.
Io non ricordo se l'ho scritto già da qualche parte, ma quest'estate Marco voleva prepotentemente andare in piazza ad ascoltare Mozart. A Torino c'è stato un festival. A dire il vero eravamo in "competizione" perchè io invece volevo andare a sentire i concerti jazz. Così facevamo dei compromessi... Un pò lui e un pò io :-)
Poi, una serata, mentre aspettavamo che iniziasse il concerto, gliel'ho chiesto, il perchè. Perchè tutta sta fregola di vedere proprio Mozart?
La risposta mi è sembrata ovvia, dopo!
Faccio un passo indietro nello spiegare. Ho scoperto su di me (e sull'esperienza di altri) che, quando si è nella vita dell'integrazione dell'anima, si tende (cioè l'anima tende) ad attraversare le vite passate usando la passione. E ci si porta dietro, in questa vita, anche cose come paure, attitudini (piacevoli o no) delle vite vissute dall'anima. Così io so esattamente perchè ho avuto determinate passioni e del perchè di cose che sono state presenti o lo sono ancora nella mia vita attuale. Come so di alcune vite che la mia anima ha vissuto, dove le ha vissute e con chi (alcune volte con più chiarezza e alcune volte con meno...).
E allora un pensiero, mio... Non è che per caso sei stato Mozart? E poi mi veniva da sorridere.
Ma il sorriso me l'ha fatto Marco. Dolcemente, così dolcemente che tutto quello mi è sembrato ovvio. Ho solo spostato il mentale e poi dentro mi sembrava che tutto quadrasse.
E allora gli ho fatto solo una semplice domanda (in base anche a quello che mi ha fatto vedere delle altre sue vite): Ma sei mai riuscito a morire vecchio?
E lui si è messo a ridere. No, mai!
Faccio un altro passo indietro e qui mi aiuto con le parole di Adamus. La storia come l'essere umano la conosce non è quasi mai come l'anima l'ha vissuta. Questo Adamus ce lo ricorda sempre a noi Shaumbra, sopratutto per le esperienze a volte traumatiche che viviamo a "causa" dell'integrazione. Quindi, alla fine non mi sono stupita più di tanto quando Marco/Mozart mi ha detto questo. E non sono andata a fare ricerche.
Ma questa anima benedetta biricchina qualcosa aveva in mente...
Faccio un altro passo indietro... Marco continua a dirmi di scrivere, di giocare e di avere fiducia in tutto questo. Anche perchè se non credete a una parola di tutto quello che ho/abbiamo scritto in tutti questi post, allora non crederete neanche a questo, a maggior ragione a questo. Ma se invece c'è qualcosa che vi risuona, allora anche questo sarà una bellissima carezza che riceverete da lui.
Poco tempo fa, sono entrata in una libreria. Non lo facevo da tanto. E tra tutti i libri che mi hanno colpito, toccato come una carezza, è stato il titolo L'amante di Mozart (di Vivien Shotwell, Rizzoli edizioni).
Ho sorriso e ho pensato a Marco. E poi gli ho detto, Ehi, sarebbe carino sapere cos'hanno scritto di te, sapendo che da qualche parte mi avrebbe udito. E sapendo che la percezione dell'autrice era totalmente creativa, cioè arrivava dai reami non totalmente umani, ma dalle energie della creazione e dell'immaginario perchè quel libro era un romanzo. Quali potenziali c'erano?
Poi sono andata in biblioteca e, di tutti i libri che volevo leggere, avevano solo... L'amante di Mozart :-)
E così ho inizato a leggerlo. E nel leggerlo io ci ho ritrovato l'energia di Marco.
da pag.81 [...] Lui fece uno scatto, le rubò le scarpe e corse via. [...] Era svanito dietro i cespugli. [...] Lui la aspettava accanto a una fontana, sorridente, le mani dietro la schiena. [...] Era un tipo smilzo, sulla trentina, con una massa di capelli e un grosso naso [...]. Lei si tuffò nella sua direzione e l'uomo scappò girando intorno alla fontana, con una scarpa in ogni mano, ridendo. [...] Era molto più alto di lei. [...] "Sarei disposto a ridarvele in cambio di un bacio" disse con aria pensierosa.
da pag.86 [...] Di seguito Anna avrebbe scoperto che ne aveva ventisette. Aveva un portamento orgoglioso e disinvolto, come un illusionista o un ballerino. C'era un misto di leggerezza e di forza in lui, nel modo in cui parlava, in cui si muoveva, in cui usava le mani. Aveva il volto lievemente arrotondato e pallido, il naso pronunciato e le labbra piene. Il sorriso era aperto e accativante. Lei notò subito gli occhi, [...], di un pallido color nocciola che a seconda della luce sembrava verdazzurro o castano scuro. Portava i capelli - di un marrone chiaro che virava al rosso, folti e alquanto arruffati.
A voi non ricorda qualcuno?
E visto che a Marco piace questo gioco delle somiglianze, lo fa anche su di lui :-)
Questa è una di quelle...
E a proposito di musica, Marco ha voluto la sua colonna sonora per questo post. Così, mentre sta per finire, io la lascio qui. Credo che anche per chi non ami la mussica classica, sia piacevole perchè è, manco a dirlo, un Mozart allegro, tenero, spassionato/appassionato.